martedì 8 maggio 2007

ASSICURAZIONI Le liberalizzazioni nel settore assicurativo: appunti e riflessioni


Seconda parte.

Il mercato sino a oggi.


Chi scrive sostiene da sempre che è fondamentalmente diverso il taglio rapportuale dei dipendenti delle compagnie con la propria rete distributiva, a seconda che sia composta da intermediari mono o plurimandatari.


Nel primo caso si tratta indubbiamente di un rapporto nel quale il quotidiano esercizio di potere della compagnia mandante, non certamente dichiarato ma inevitabilmente praticato, propone una verticalizzazione delle decisioni e dei provvedimenti, tipica di chi sa di poter contare su un sistema di distribuzione in esclusiva, con conseguenze sanzionatorie previste dal contratto di agenzia se l’esclusiva non viene costantemente rispettata.


Da un lato, quello della compagnia, quindi la certezza che l’agente non può avere alternative di marchio e di prodotto e dall’altro l’insicurezza di chi sa di poter perdere il mandato e addirittura il proprio ufficio, perché spesso di proprietà o locato direttamente dalla compagnia, se qualsiasi dei fatti lavorativi quotidiani si connoti come inquadrabile in una previsione del mandato capace di offrire spiragli di legittimità di revoca.

Un rapporto asimmetrico se pensiamo a due interlocutori imprenditori, come formalmente si tratta, nel quale uno solo decide e l’altro riceve, accetta, subisce e poco reagisce.
Un rapporto tra l’altro poco votato a dialoghi costruttivi, ma essenzialmente improntato a rivendicazioni e resistenze, sindacalizzazione e antagonismi.


Ma in realtà chi non è spesso trattato da imprenditore, pur rischiando economicamente poiché remunerato a provvigioni, si accomoda volentieri in questa asimmetria, perché tutto sommato è sufficientemente protettiva, rassicurante nel garantire un riferimento di marchio, una struttura amministrativa, sinistri e commerciale che non richiede forte carica innovativa all’agente, ma prevalentemente adempienza, correttezza e lealtà obbligatoria.
Perché inoltre è spesso detentore di un portafoglio di premi in buona parte di durata poliennale, e quindi a rischio basso di scalfitture concorrenziali.


Tutto questo la compagnia lo sa e lo usa, come si fa in qualsiasi rapporto di affari, nel quale le parti si prendono reciprocamente le misure e vi si adeguano.


Agenti e compagnie hanno in comune una caratteristica che viene quasi sempre ignorata, e rappresentata dal rispettivo motivo di ingresso nel mondo delle assicurazioni: la casualità!


Infatti nella prevalente maggioranza i dipendenti delle compagnie e gli agenti hanno incontrato strada facendo il mondo delle polizze, senza averlo desiderato e studiato nelle età nelle quali si immaginano le scelte future e ci si confronta con le proprie attitudini e i propri progetti.

Tutto questo per spiegare meglio che questi due mondi sono stati sino a ieri poco allenati alla concorrenza, intesa come risultato di spinte competitive, nelle quali innovazione di prodotto e di sistema possono determinare le differenze.


La precedente significativa iniziativa di liberalizzazione risale allo svincolo dalla tariffazione unica delle polizze di responsabilità civile autoveicoli, datata 1994, dopo quasi un quarto di secolo di tariffe pubblicamente amministrate.


Bisogna risalire alla fine degli anni novanta per vedere nell’ANIA, la Associazione Nazionale delle Imprese di Assicurazione, la fine della precedente funzione di cancelleria di tariffe e condizioni di polizza nei rami danni non auto, e incoraggiare le compagnie a crearsi autonomi modelli tariffari e normativi, per dare al termine concorrenza un senso diverso dalle schermaglie di facciata precedenti.


Questo è lo scenario di partenza dal quale iniziare i rinnovamenti necessari, che si impongono ad ognuno degli attori coinvolti, per confermare reciprocamente quella solidarietà professionale che senza indossare ulteriormente una divisa corporativa declini ai migliori livelli competenza, professionalità e attitudine al cambiamento.


I prerequisiti in termini di azioni e comportamenti, finalizzati al mantenimento delle convenienze economiche attuali, dovranno necessariamente tenere conto di nuovi canoni e strumenti ai quali l’attuale mercato dei consumatori è ormai abituato.


Trasparenza, competitività e rispetto delle regole sono impegni irrinunciabili che non ammettono trasformismi: ma che sicuramente presuppongono nuove opportunità, vedremo come.


Continua…