lunedì 16 luglio 2007

ANIA-Assemblea 2007-C'era una volta domani.




Non si può certamente mancare al tradizionale appuntamento della Assemblea Annuale dell’ANIA. Anche quest’anno quindi il numero dei partecipanti ha confermato l’interesse che la manifestazione riveste per tutti coloro i quali, a diverso titolo, appartengono o frequentano il settore delle assicurazioni.
Come sempre chi nel corso dell’anno si incontra e scontra sul terreno quotidiano della concorrenza accantona per l’occasione le piccole e grandi rivalità, per mostrare al contrario una grande amicalità, rituale distintivo del partecipare per vedere, e farsi a sua volta vedere dagli altri.

Ma questa edizione 2007 aveva dentro di sé altre aspettative, motivate dalle recenti liberalizzazioni che hanno toccato profondamente il settore e che ne influenzeranno certamente i comportamenti futuri.

Non è il caso di entrare nel merito dettagliato dei contenuti della relazione del Presidente Cerchiai, disponibile sul sito della associazione
http://www.ania.it/documenti/relaz_presidente/Relazione2007.pdf,
puntuale nella analisi di quanto è stato caratteristico dell’anno passato e inevitabilmente altrettanto puntuale nello stigmatizzare il mancato coinvolgimento preventivo nella stesura dei provvedimenti Bersani e non solo.

Ricordo solamente che nella relazione presidenziale si è fatto naturalmente cenno alla innovazione del plurimandato danni, affermando che

“… è immediato intuire i maggiori costi che, con il divieto di esclusiva, le
imprese dovranno affrontare per fidelizzare le proprie reti di vendita, vale a
dire semplicemente per restare competitive nel collocamento dei prodotti…”



E aggiungendo ancora

“…Il nuovo quadro normativo comporta rilevanti ripercussioni sull’ambito delle
relazioni industriali con i sindacati degli agenti. Potrebbero risultare
inevitabili profonde rivisitazioni dei modelli di contrattazione applicabili. È
in ogni caso nostro auspicio, è anzi nostra precisa intenzione operare affinché
le relazioni industriali con i sindacati degli agenti rimangano improntate a un
ampio spirito di collaborazione…”



Continua a sembrarmi inopportuno far derivare dal plurimandato solamente conseguenze economicamente dannose per il consumatore, ripetendo, anche per voce dell’amministratore delegato della prima compagnia italiana, che per essere attraenti con una rete non fidelizzata dal monomandato obbligatorio si devono pagare commissioni più alte, e quindi sostenere costi maggiori da ribaltare sulle tariffe.

Ostinarsi a considerare gli intermediari quali mercanti di provvigioni significa continuare a descriverli, agli occhi dei reciproci clienti, incapaci di considerare invece attraente, e quindi motivo di scelta professionalmente condivisibile, una migliore qualità di servizio, prestazioni, chiarezza e completezza contrattuale.


Non mi sembra altrettanto interessante riprendere gli argomenti della cosiddetta tavola rotonda, cedimento poco opportuno alla ormai inflazionata moda del “parliamone tra di noi”, nel corso della quale, malgrado la presenza e partecipazione dell’amministratore delegato delle Generali, si è discusso con giornalistica genericità di come sono e saranno le assicurazioni e gli assicuratori futuri.
Era forse il caso di ricordarsi che i linguaggi da studio televisivo non possono essere convenientemente impiegati davanti a una platea di addetti ai lavori, che al contrario ne avrebbe voluto fare tranquillamente a meno nella attesa di spunti di maggiore spessore.

Come non ricordare l’intervento di un appassionato ministro Bersani, che ha difeso i suoi provvedimenti, invitando ognuno a individuare gli elementi positivi delle sue iniziative “assicurative”.

La “contendibilità del cliente” mi sembra un argomento da soppesare con cura, senza relegarlo in una apparente ovvietà concettuale.
Un cliente conteso è un consumatore che beneficia dei protagonisti stessi della contesa.
Sarà solo lui quindi a contendersi il meglio ragionevole, ragionevole nelle perdurante garanzia di prestazione, agendo non da preda ma da attore, in un mercato libero da vincoli e ordinato nelle regole di salvaguardia.

Non è questa la atmosfera che si percepiva prima e dopo la manifestazione.
Quasi si volesse esorcizzare con la sottovalutazione il cambiamento che si prospetta nel nostro futuro prossimo venturo.
Quasi che la prospettiva di cambiare possa mettere a nudo limitate capacità imprenditoriali e di rinnovamento.
Ma ricordiamoci che se l’esorcismo risultasse efficace avremmo perso in tanti una grande occasione.
Perchè affrontare e governare l' innovazione vuol dire smentire chi della presunta conservazione di diritti e salvaguardie corporative fa oggetto di facile critica verso tutto il mondo assicurativo.
Per tutti, il rispetto delle tradizioni e delle proprie origini imprenditoriali non significhi la celebrazione di inutili richiami al passato quale unico modello da perseguire.
Ognuno si concentri sulle cose pratiche da fare, sugli effetti misurabili e auspicabili di un confronto di mercato capace di ripudiare le cattive abitudini di tutti, consumatori compresi.
Non inizia solamente la corsa per essere primi nelle novità, ma soprattutto la gara per rivendicare con autorevolezza la nuova dimensione del proprio ruolo, di intermediari e compagnie.
La nuova visione imprenditoriale di ognuna delle due parti deve tener conto degli altrettanto nuovi rapporti all'interno del triangolo Imprese-Intermediari-Consumatori, nel quale il potere unicamente contrattuale del passato viene sostituito da rinnovata capacità negoziale, con la quale continuare a declinare sviluppo e rispetto dei risultati.