mercoledì 19 settembre 2007

SNA contro AXA sulle polizze: la musica non cambia


Ho volutamente ritardato il mio commento su quanto è stato pubblicato dal Il Sole 24 ore una settimana fa. La speranza era che nel frattempo le emozionalità di tutte le figure coinvolte si fossero ricomposte nei contorni di una razionalità riflessiva, maggiormente dedicata alle soluzioni piuttosto che agli antagonismi dai toni accesi.
Lo SNA ha preso formale posizione a supporto degli agenti AXA con tutti gli enti potenzialmente coinvolgibili a seguito della vicenda denunciata. Così andavano le cose, quando molti di noi avevano meno anni di assicurazione da raccontare! Così non dovrebbero andare le cose oggi, "lenzuolate Bersani" a parte.
Con la premessa che andare a finire sui giornali non fa certamente gioco a nessuno, intermediari e compagnie, perchè si danneggia ancora una volta il settore assicurativo, il quale, se ha bisogno di pubblicità, la vorrebbe favorevole e non gonfia di antichi rancori e cattiva considerazione da parte di tutta l'opinione pubblica.
Personalmente non credo alle esplosioni improvvise sia di incrementi di premi in rami non graditi che di peggioramenti di andamenti tecnici.
Credo invece nei mancati esercizi di controllo, e soprattutto nella inopportunità di rimandare inutilmente dialoghi costruttivi tra compagnia e intermediario, al quale, ricordiamolo sempre, è stato affidato un rispettabile mandato agenziale fiduciario, con il quale realizzare un patto di reciproca lealtà e interesse.
Se invece tenessimo doverosamente conto di quanto i recenti provvedimenti di liberalizzazione hanno introdotto, poliennalità rescindibile e plurimandato agenziale, dovremmo sollecitare l'invito a tutti di appropriarsi con rinnovata consapevolezza del rispetto dei propri ruoli. Alla compagnia la scelta delle strategie assuntive e commerciali, all'intermediario la cura degli interessi dei propri clienti e la qualità dei risultati.
Qualità dei risultati per documentare la propria offerta di collaborazione con le compagnie che si ritengono compatibili.

E questo deve fare riflettere, per realizzare il cambiamento che sta alle porte di tutti, e che ognuno interpreterà assecondando le proprie inclinazioni e esperienze.
Non devono più pagare le assimetrie rapportuali del passato: ognuno sarà padrone dell'altrui fiducia e collaborazione solo se nella condizione di meritarsi e mantenere un rapporto costruttivo e professionale, che in ogni altro settore distingue e sottolinea il ripetto tra mandante e mandatario. E allora serviranno sempre meno le intermediazioni di categoria e molto più le regole del mercato.