giovedì 21 giugno 2007

ISVAP-FAQ Settimo Gruppo: FAQ=Fino A Quando?

Sarà perchè il mio impegno attuale è dedicato prevalentemente alla consulenza nella formazione professionale, sarà perchè il mio criterio di redazione contrattuale è ancora impostato su presupposti di intelleggibilità e semplificazione, che consentano un margine ridotto di interpretabilità, ma la lettura e la comprensione di quanto scrive l'ISVAP successivamente alla pubblicazione del Regolamento degli Intermediari Assicurativi non smette ancora di stupirmi.



Un Regolamento di tale importanza come quello in questione dovrebbe essere stato meditato preliminarmente con attenzione e cura maniacale, ma probabilmente la sua consultazione pubblica "balneare" non ha avuto gli effetti sperati, e tantomeno le FAQ successive hanno dato contributi diversi da quelli ottenibili da una sequenza di interpretazioni e indirizzi, spesso destabilizzanti per tutti coloro, e sono tanti, che con queste norme devono fare i conti, e devono anche fare i conti con le possibili sanzioni che ne possono derivare.


Chi scrive ha partecipato con un piccolo personale contributo alla fase della pubblica consultazione, ma insieme a tanti altri continua a non capire, a dover aggiustare riferimenti normativi, a tentare di socializzare con altri letture e decodificazioni possibili, per tentare di ottenere una sorta di "solidarietà della comprensione" che sia in qualche modo più rassicurante della semplice lettura delle FAQ.


Se poi qualcuno ha provato, e io l'ho fatto, a porre ulteriori quesiti successivi, non ottiene alcun riscontro nè sulla avvenuta ricezione ( non esiste un indirizzo e-mail dedicato a questo scopo ) nè tantomeno sulla eventualità di risposta o rifiuto della richiesta inoltrata.



Se poi ancora qualcuno tenta, e io l'ho fatto, di chiedere a chi dell'Istituto risponde telefonicamente ( sempre persone estremamente gentili, ma gentili con rassegnazione ) se il sesto gruppo di FAQ, al quale ha fatto seguito adirittura un raggruppamento con tutte le precedenti, tale da far intendere che la storia finiva là, fosse appunto l'ultimo, ha ottenuto una non risposta, che nel non chiudere nessuna porta genera un ulteriore corrente d'aria nella quale i dubbi continuano a turbinare.



In assicurazioni si insegna, e non solo in assicurazioni, che se una clausola presenta margini troppo ampi di interpretabilità deve essere considerata una clausola che non funziona. Può dare luogo a contenzioso, a sinistri impropri, a costi che vanno evitati o contenuti.



E l'unico modo per uscirne con intelligente professionalità è quello di cambiare la clausola.



Nel caso del Regolamente le FAQ sono assurte autonomamente al rango di giurisprudenza, come succede con le leggi, che inevitabilmente diventano asincrone rispetto al contesto temporale nel quale operano per anni, ma almeno in questo ambito la giurisprudenza si consolida attraverso dibattiti e confronti, in aule di diverso tipo e orientamento, ma comunque deputate al dibattito.



Ma nel caso dell'ISVAP non è così. Esiste l'indirizzo unilaterale, che conferma la volontà di gestire una sorta di autoritarismo delle norme, prendendo lo spunto da "richieste di chiarimento" non documentate, al punto da legittimare il dubbio che siano invece occasioni di ripensamento e di reindirizzo che poco hanno a che vedere con le richieste e i dubbi di chi in questo mercato opera e vive.



E i chiarimenti aggiungono spesso ulteriore vaghezza, oppure cambiano, come ne delicatissimo settore della formazione, le coordinate di riferimento.E la formazione, in quanto obbligatoria, implica spese, differenziate a seconda delle diverse modalità ammesse, e proccupazione di inadempienza, e di sanzioni. Ma non viene capito.



Mi riferisco ad esempio alla evoluzione del concetto di aula, che dalla sua definizione iniziale è mutata, ammettendo come validi tutti i corsi svolti secondo le tecniche didattiche interattive offerte dall’evoluzione tecnologica.



Indirizzo interpretativo che soddisfa gli assolvimenti formativi anche con modalità didattiche non interattive, favorendo percorsi rivolti a popolazioni di elevata numerosità di discenti, di settori non esclusivamente assicurativi, anche con l'impiego di sistemi standardizzati e automatizzati, anche di self learning, di sicuro impatto positivo per le aziende interessate.



Impatto certamente favorevole per chi non aveva ancora provveduto a erogazioni in modalità presenziale, che ha potuto porre a budget e a consuntivo stanziamenti largamente inferiori a quelli impegnati e impegnabili per modalità convenzionali.



Sia naturalmente benvenuta ogni possibilità di maggiore diffusione della conoscenza e delle competenze attraverso un migliore rispetto economico, ma lo si poteva forse indicare sin dall'inizio: e-learning, wbt e quant'altro di simile non sono certamente stati introdotti o inventati dopo il mese di ottobre 2006. Bastava rendersi conto per tempo che esistevano università telematiche e istituti in giro per l'universo informatico, che adottavano già da molto tempo strumenti non evoluti ma attuali.



Concludo citando quello che è successo ieri, con la pubblicazione all'ora di pranzo ( chissà perchè l'Istituto predilige i tempi dedicati alle soste e al riposo ) del settimo gruppo di FAQ.



Mi risparmio la fatica di commentare la ulteriore "non precisazione" sulle necessarie competenze didattiche degli agenti, che certamente non provvede a dare loro maggiore tranquillità. Chi non norma con puntualità e poi controlla la applicazione della norma stessa mantiene a suo favore eccessivi spazi di discrezionalità sanzionatoria.



Intendo invece riferirmi alla ventata possibilista rivolta al settore della mediazione creditizia, al quale ha offerto una opportunità di far valere titoli equipollenti, e quindi risparmi sulla formazione, con una interpretazione proprio a ridosso della scadenza ultima del 30 giugno per poterne beneficiare.



Le storie infinite nascono da sceneggiature non assicurative. Chi può e chi deve ponga termine alla rappresentazione.