lunedì 2 luglio 2007

Giannini-ISVAP:"Le tariffe RCAuto sono inaccettabili, STOP al rinnovo tacito"


La cosa che più mi infastidisce è sentirmi dire "io l'avevo detto!" e naturalmente tento, spesso con fatica, di non pormi mai in questa antipatica condizione.

Ma questa volta non ce la faccio a resistere.


Eravamo nell'anno 1994, anno della liberalizzazione delle tariffe RC Auto nel nostro Paese.
Luogo: Milano, sede dell'ANIA in Piazza S.Babila.
Occasione: commissione RC Auto.
Argomento: discussione di ore per valutare , nell'ambito
della revisione delle condizioni di assicurazione delle nuove polizze
auto, la possibilità di forme di comunicazione alternative
all'invio della raccomandata per notificare all'assicurato il nuovo
premio di rinnovo.

Ci si chiedeva se si potesse sostituire alla raccomandata,costosa per
importo e carico gestionale, una comunicazione "Postel".


Chi scrive presenziava all'incontro, in rappresentanza della
compagnia svizzera di assicurazioni della quale rivestiva l'incarico di
responsabile tecnico.

La mia fresca nomina, e la assoluta mancanza di soggezione verso colleghi certamente più blasonati e autorevoli, mi portò a proporre una soluzione ispirata da pratico buonsenso e migliore impatto commerciale verso il cliente ( ma chi era il cliente all'epoca? ).


"Perchè, senza arrovellarci con estenuanti questioni di efficacia di forma della comunicazione, non diamo una sostanziale e innovativa sterzata di sostanza al rapporto con i nostri clienti, introducendo nelle condizioni generali di polizza la clausola di non tacito rinnovo ?

L'assicurato sarà così libero di scegliere allo scadere di ogni rinnovo contrattuale la compagnia che saprà meritarsi il suo gradimento, come succede in altri Paesi evoluti.Le compagnie, oltre a essere in questo modo sollecitate a mantenere costanti livelli di qualità del proprio servizio, risolverebbero al meglio e in maniera più accattivante il finto problema della
comunicazione delle nuove condizioni di premio nel rispetto dell'anticipo sulla data di scadenza."

Ricordo come se fosse ora il silenzio imbarazzato di chi aveva ascoltato la mia irriverenza contrattuale.Poi, qualcuno più blasonato appunto e maggiormente indulgente verso il novizio quale io ero all'epoca, mi fece notare, con il tono paternalistico di chi sa perdonare l'avventatezza e contemporaneamente indicare la giusta direzione, che con il mio suggerimento le compagnie con portafogli ben più importanti di quello che io rappresentavo si sarebbero trovate a forte rischio di contrazione e perdita di volumi consistenti di premi. E la mia proposta non venne naturalmente accolta.


Ritrovare, a distanza di tredici anni, la mia idea ripresa con tanta autorevolezza, e enfatizzata anche dal sito dell'ANIA, non inorgoglisce la mia insignificante primogenitura, ma al contrario sottolinea la perdurante distanza tra le esigenze dei consumatori e le paure delle compagnie.

Non mi inserisco in una troppo facile polemica aperta da chi vorrebbe l'istituto autore di controlli e interventi efficaci al posto di interviste demagogiche.

Sottolineo invece che sono tredici anni di occasioni mancate, per costruire, o ancor meglio, ricostruire una credibilità compromessa per decenni dalle compagnie, con puntuale meticolosità degna di miglior causa.


Quando riusciranno, banche e assicurazioni, a comprendere che la competizione e trasparenza sono salutari per ogni mercato e ne favoriscono lo sviluppo?







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